Due righe per restituire una visione personale sull’approccio della terapia familiare. Con l’intento di non essere ripetitiva, cercherò di offrire una prospettiva globale.
E’ evidente, alla luce di quanto detto, che la famiglia è un sistema, ossia un’entità che possiede caratteristiche, regole e norme proprie. L’identità dell’individuo e i vissuti personali dello stesso, sono la somma della trama relazionale in cui è immerso. Sistema famiglia e individuo sono due facce necessariamente complementari di una medesima realtà, tali che e l’una rinvia all’altra e non può essere pienamente compresa l’una senza, necessariamente, affrontare l’altra.
L’individuo con la soggettività delle sue reazioni psicoemozionali, la famiglia con le sue dinamiche interattive e l’ambiente sociale con le influenze culturali che ne derivano, sono in stretta correlazione tra loro e, pur rimanendo livelli assolutamente distinti, rivelano una imprescindibile complementarietà. Al punto, che ogni membro del sistema esercita una serie di effetti, di influenze, sugli altri membri e se si manifesta un sintomo in uno dei membri, quel sintomo è parte del sistema, in quanto disfunzionalità di quella famiglia. La terapia familiare si può, metaforicamente, considerare come un viaggio con la famiglia, dove lo Psicoterapeuta viene scelto come accompagnatore. Nella sua valigia autorevolezza, capacità di ascolto, competenza, empatia, disponibilità, direttività e chiarezza sono funzionali al percorso che compirà con la famiglia. I vissuti interni dei membri, le emozioni, le relazioni e le problematiche sono le mete che dovranno esplorare e conoscere. Lo scopo finale di questo viaggio è quella di attivare un cambiamento funzionale alla crescita della famiglia.