Che cos’è la Psicoterapia Familiare?
La psicoterapia familiare assolve al compito di far funzionare le risorse della famiglia, mediante incontri con tutta la famiglia, di coppia o individuali. Uno degli obiettivi di ogni terapia è ridurre e risolvere lo stato di sofferenza del nucleo familiare.
Tali interventi mirano alla soluzione delle difficoltà di apprendimento scolastico, dello sviluppo psicofisico, della socializzazione dei figli e alla gestione delle problematiche di coppia o individuali degli adulti.
La Psicoterapia familiare si interessa degli intricati rapporti, dei sistemi, delle alleanze che ci sono nella famiglia, considerando le dinamiche familiari in relazione a vaste aree psicologiche fra cui ricordiamo: la disabilità fisica, cognitiva e psichiatrica, l’adolescenza, il rapporto itergenerazionale, la psicosomatica e le relazioni sociali.
Qual è il ruolo del terapeuta?
Per descrivere il ruolo del terapeuta mi piace usare la metafora della lente di Minuchin: un terapeuta ad orientamento familiare si può paragonare ad un tecnico con lenti a “zoom”, che può permettersi di ingrandire un particolare ma può anche osservare un campo più ampio. Il terapeuta si associa alla famiglia, usando se stesso, con lo scopo di modificare la parte dell’organizzazione disfunzionale; in tal modo fa esperire ai membri della famiglia posizioni nuove che mettono in gioco diverse emozioni. Il ruolo di terapeuta deve essere attivo, direttivo e prescrittivo. Gli interventi sono fondati sull’aspettativa di un effetto pragmatico della propria comunicazione (verbale o non verbale), basata su una determinata ipotesi formulata sulle modalità di funzionamento del sistema familiare. La terapia familiare tende a mettere i terapeuti in grado di trovare nuove soluzioni ai vari problemi che si trovano di fronte nella loro professione. L’obiettivo principale è creare nuove connessioni alternative tra azioni e convinzioni all’interno dell’interazione familiare, affinché possano nascere quei cambiamenti sostanziali che generano nuove modalità di relazionare. Il terapeuta cerca così da un lato di seguire da vicino le retroazioni restando collegato alla famiglia, dall’altro però la sfiderà con domande, prescrizioni e compiti che possano corrompere più o meno apertamente il sistema, portandolo a nuovi equilibri.
Perché la famiglia?
La famiglia è composta da più persone legate tra loro da vincoli biologici, affettivi, relazionali, in cui ognuno interagisce con l’altro creando un proprio modo di essere. Il nucleo familiare è il fondamento di base di ogni organizzazione sociale, che in continuo movimento con la storia e la società delinea tratti dei soggetti che vi appartengono. E’ la matrice dell’identità, oltre che il luogo della trasmissione culturale di valori, tradizioni, motivazioni, durante tutto il ciclo vitale dell’individuo. Pertanto, è sottoposta a continui cambiamenti interni ed esterni, che deve affrontare pur mantenendo la sua continuità e accomodandosi alla società in trasformazione. Il sistema famiglia sostiene i suoi membri, che affrontano, quotidianamente, situazioni nuove e spesso difficili e quando la famiglia non riesce ad attuare il cambiamento e si blocca ad una tappa del ciclo vitale, interrompendone l’evoluzione, possono nascere problemi. (Minuchin, 1976)
Bibliografia:
Minuchin S., “ Famiglie e terapie della famiglia”, Astrolabio, Roma, 1976.